A partire dal 1977 fu possibile per l’Amministrazione Comunale di Fiesole affrontare il riallestimento complessivo di tutto il Museo Civico, in primo luogo con la creazione di un piano rialzato su ballatoi.
Fu così possibile acquisire nuovo spazio e scindere in due sezioni, nettamente separate, il materiale fiesolano da quello di altra provenienza.
Si provvide così alla riorganizzazione della sezione topografico-fiesolana del Museo, sia incrementandola con i ritrovamenti più recenti, in particolar modo con quelli databili alle fasi di frequentazione più antiche della collina, sia verificando le condizioni di conservazione dei materiali e provvedendo, da parte del Centro di Restauro della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, agli interventi che si rendessero necessari. Questo interventi, effettuati non solo su materiali di proprietà statale ma anche su numerosi oggetti di proprietà comunale, furono la condizione preliminare e necessaria per il nuovo allestimento e si dovettero alla sensibilità dell’allora Soprintendente Guglielmo Maetzke e a quella del personale della Soprintendenza e dell’allora esistente Centro di Restauro, in particolare a Giuliano de Marinis e a Pier Roberto Del Francia: a queste tre persone l’archeologia fiesolana deve molto.
L’acquisizione dei nuovi spazi espositivi tramite la realizzazione dei ballatoi consentì poi di ordinare al piano superiore la sezione antiquaria, ripartendola per le singole collezioni.
Così De Marinis in un breve contributo (Mondo Archeologico, n. 62, Firenze 1981):
.... Sorvolando sull’esigenza di una campagna di restauri a tappeto sui materiali (già all’epoca iniziata ad opera del Centro di Restauro, e tuttora in corso) si può dire che i punti fondamentali di tale intervento venivano individuati come i seguenti:
- Netta separazione tra il materiale di provenienza fiesolana e quello antiquario, con relativa ridistribuzione topografica nel primo caso, per nuclei di donazioni e collezioni nel secondo;
- Riesposizione dei settori ormai da tempo non visibili, quali quello medievale e il monetiere;
- Presentazione di una prima campionatura indicativa dei materiali degli scavi del dopoguerra;
- Preparazione di un adeguato corredo esplicativo per tutto quanto sopra per renderlo fruibile al pubblico.
In questa operazione di riordinamento e nuovo allestimento dei materiali la direzione scientifica della Soprintendenza fu affiancata dal personale volontario di un gruppo archeologico locale che provvide, tra le altre cose, anche al rilevamento fotografico dell’intera cinta muraria fiesolana e alla prima inventariazione dei materiali archeologici (più di 36.000 frammenti) provenienti dagli scavi effettuati dalla Soprintendenza nell’area del tempio tra il 1954 e il 1965. L’attività di questo gruppo fu particolarmente vicace in quegli anni, estendendosi anche ad altri aspetti di quelle che poi diventeranno attività istituzionali del museo, per esempio quelle didattiche e educative.
Nel 1985 entrò a far parte del Museo la ricca collezione di ceramiche greche, magno - greche ed etrusche donata al Comune di Fiesole da Alfiero Costantini, medico e illustre collezionista. Per ospitarla fu restaurato l’edificio dell’ex asilo comunale e, nel corso dei lavori di risanamento delle fondazioni, tornarono alla luce imponenti strutture della Fiesole di età etrusca ellenistica: l’intervento si trasformò quindi in un importante scavo urbano, che permise di documentare reperti di grande qualità ed eccezionali strutture monumentali del IV – III secolo a.C. Fin da quel momento si cominciò a pensare di collegare questo edificio non solo concettualmente ma anche fisicamente con il Museo Civico tramite un passaggio sottostradale in un percorso museale unitario.
I due edifici rimasero però distinti fino al 1997, quando fu aperto al pubblico il passaggio sottostradale che li collegava. Per rendere possibile questo collegamento si rese necessaria l’apertura della parete di fondo della sala 3 del Museo, la sala interamente dedicata all’Area archeologica, disponendo conseguentemente le vetrine secondo uno schema diverso dal precedente. Negli spazi del sottopasso trovarono posto i reperti rinvenuti nel corso dei lavori per la realizzazione dell’Antiquarium Costantini; il sottopasso consentiva poi una ottima visibilità delle strutture rinvenute nel corso di quei lavori.
Nel contesto di alcune scelte operate dall’Azienda Speciale Fiesole Musei, alla quale il Comune di Fiesole aveva affidato la gestione dei propri musei, la Collezione Costantini fu spostata e inserita all’interno del Museo nella sezione antiquariale, sale I e II al piano superiore. Al posto della collezione fu in un primo tempo inserito il bookshop del Museo e, successivamente, l’ambiente fu destinato allo svolgimento delle attività della Sezione Educativa e Didattica dei musei fiesolani: lezioni, proiezioni e laboratori didattici.
Marco de Marco
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