Il Museo Civico Archeologico nelle Delibere dell’Archivio Storico Comunale dal 1865 al 1981
La storia del Museo Civico Archeologico di Fiesole si intreccia con le decisioni amministrative prese dal Comune, documentate soprattutto attraverso le delibere comunali conservate nell’Archivio Storico (fig. 1). Questi atti, prodotti regolarmente a partire dall’istituzione dei consigli comunali elettivi e delle giunte municipali nel 1865, offrono uno sguardo approfondito sui principali aspetti che hanno influenzato la nascita e lo sviluppo del museo: dalla scelta delle sedi agli allestimenti dei reperti, dalla gestione dell’attività archeologica alla promozione di iniziative didattiche e turistiche. Il presente contributo si pone come limite temporale il 1981, anno a cui risale il risanamento e il riallestimento del Museo inaugurato dal sindaco Aldo Frangioni il 31 luglio (fig. 2) e in parte ancora visibile nelle prime tre sale.
Sedi ed esposizioni: dall’acquisizione del podere Buca delle Fate al riallestimento del 1981
Tra le prime deliberazioni utili alla ricostruzione della storia del Museo Civico Archeologico si collocano le decisioni del Consiglio e della Giunta comunali di Fiesole riguardanti l’espropriazione e le condizioni di acquisto del podere detto Buca delle Fate. Questo terreno, originariamente appartenuto al Capitolo della cattedrale di San Romolo, aveva restituito, a partire dalla fine del XVIII secolo, importanti reperti. Nel verbale della seduta del 19 dicembre 1872, si legge come all’unanimità i consiglieri avessero approvato l’acquisizione del podere, espropriato per pubblica utilità in virtù del Decreto Reale n. 595 del 6 dicembre 1871, al costo di 25.684,91 lire, pagabili in sei rate annue (fig. 3). Questa decisione rappresenta uno dei primi passi verso la creazione di uno spazio dedicato alla conservazione del patrimonio archeologico di Fiesole, dimostrando la sensibilità dell’amministrazione comunale nel salvaguardare la ‘Fiesole antica’.
Dopo un’iniziale e inadeguata sistemazione dei resti archeologici in tre stanze al piano terreno del Palazzo Pretorio, adibite a Museo Civico dal 1878, il 15 ottobre 1911 il Consiglio comunale approvò il progetto dell’architetto Ezio Cerpi per la costruzione di un nuovo museo all’interno dell’area degli scavi: «Visto il progetto del nuovo museo da costruirsi entro il recinto degli scavi archeologici […], vista la relativa perizia dei lavori […], su proposta della Giunta municipale, il Consiglio ne approva l’esecuzione mediante pagamento da farsi coi fondi della Commissione archeologica fiesolana […] e con quelli da accantonarsi in seguito […] sui proventi dei biglietti di ingresso al Museo e scavi» (fig. 4). A seguito di revisioni e variazioni significative al progetto iniziale, ben documentate nelle delibere di quegli anni, il nuovo museo aprì il 14 giugno 1914. L’11 luglio dello stesso anno, per esprimere il proprio apprezzamento, la Giunta comunale decise di inviare tre lettere di ringraziamento all’architetto Cerpi, all’ispettore della Soprintendenza alle Antichità d’Etruria Edoardo Galli e al conservatore Pietro Zei «per l’opera data da ciascuno nelle proprie attribuzioni per il nuovo Museo Civico» (A.C.F., Postunitario, II. Protocolli delle deliberazioni della Giunta, 41, p. 56, del. 167).
Un’altra data significativa fu il 1981, quando venne inaugurato il nuovo riallestimento complessivo dell’esposizione, reso possibile anche grazie alla creazione di un piano rialzato su ballatoi nelle tre sale dell’edificio realizzato da Cerpi. Già aperta al pubblico nel giugno 1980, la nuova sistemazione migliorò l’accessibilità e la fruibilità per i visitatori, garantendo al contempo una migliore conservazione delle collezioni. Lo stato finale dei lavori di risanamento e restauro fu approvato dal Consiglio comunale nella seduta pubblica del 30 novembre 1981 con voto unanime (fig. 5).
La Gestione del Museo: dalle prime commissioni alla direzione comunale
La gestione del Museo Civico Archeologico da parte del Comune di Fiesole ha giocato un ruolo cruciale nel suo sviluppo. Nel 1873, la Deputazione per la conservazione e l’ordinamento dei musei e delle antichità etrusche – istituita con Regio Decreto n. 246 del 9 aprile 1871 – propose al Municipio di Fiesole di finanziare autonomamente gli scavi «non per trovare degli oggetti, che saranno pochi (da conservarsi in un luogo pubblico e non vendersi) ma all’oggetto che sia scoperto e conservato il […] Teatro e gli edifizi contigui» (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 12, cc. 114v-115r, del. 98). A sovrintendere ai suddetti scavi fu nominata una commissione permanente composta da Raffaello Corsi, Luigi Pampaloni, Alessandro Pellucci e Paolo Ricci.
Particolarmente rilevante per la storia del Museo fu l’attività svolta dalla Commissione archeologica comunale, istituita il 6 ottobre 1877. Questo organismo, composto da nove membri presieduti dal conte Francesco Zauli Naldi, aveva il compito di provvedere al mantenimento e alla conservazione dei monumenti già scoperti negli scavi fiesolani e degli oggetti raccolti nel museo, oltre a dirigere e vigilare sui restauri alle mura e sulle campagne di scavo successive. Tra i componenti figuravano ex membri della Deputazione (sciolta nel 1876 con l’istituzione delle commissioni consultive conservatrici dei monumenti d’arte e di antichità), rappresentanti dell’amministrazione comunale e cittadini di Fiesole (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 16, c. 110, del. 79). Le delibere comunali tra 1877 e il 1927 trattano vari aspetti dell’attività della commissione, dalla nomina di nuovi membri alla gestione degli scavi, dai rendiconti finanziari annuali alla regolamentazione del prezzo dei biglietti d’ingresso. Nonostante rapporti talvolta difficili con il Comune e una progressiva perdita d’importanza, in particolare dopo l’istituzione della Soprintendenza archeologica di Firenze nel 1907, l’analisi dell’attività della Commissione archeologica comunale di Fiesole è essenziale per comprendere la storia degli scavi e del Museo Civico Archeologico.
Altra figura significativa nella storia del museo è il direttore, dal 1973 scelto dal Consiglio comunale tra i funzionari comunali di ruolo. Al momento della nomina, il direttore assumeva la piena responsabilità del funzionamento e dell’attività del museo, nonché della cura e conservazione delle raccolte. Tra i suoi compiti rientravano: «la gestione tecnico-artistica ed amministrativa del museo, la sistemazione dei locali, la cura, l’ordinamento e […] l’incremento delle raccolte, la costituzione e l’aggiornamento degli inventari, il disbrigo della corrispondenza e la tenuta del relativo protocollo, la compilazione di guide e cataloghi illustrativi del museo, il controllo e la sorveglianza sul personale dipendente, la disciplina della visita del pubblico e della consultazione dei materiali da parte degli studiosi» (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 54, n. c., del. 460).
Attività Culturali e Didattiche: Educazione e Valorizzazione
Oltre alla sistemazione degli spazi museali e alle questioni di carattere istituzionale, le delibere offrono spunti di riflessione anche sulle attività educative e promozionali volte a far conoscere e apprezzare il patrimonio storico-archeologico a giovani e pubblico generale. Tra le azioni di valorizzazione si annoverano l’organizzazione dei festeggiamenti inaugurali per le aperture del 1914 (fig. 6) e del 1981 (A.C.F., Postunitario, II. Protocolli delle deliberazioni della Giunta, 139, n. c., del. 18), la predisposizione di guide e attrezzature didattico-illustrative, nonché l’organizzazione di visite guidate alla zona archeologica e al museo per le scuole locali (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 64, n. c., del. 175). Queste iniziative miravano a coinvolgere le nuove generazioni e a fare del museo un vivace centro di educazione, capace di rispondere alle esigenze delle diverse scuole.
Un Museo in Continua Evoluzione
Consapevole dell’importanza di proseguire l’attività archeologica e di tutelare i reperti rinvenuti o ricevuti in dono, anno dopo anno il Comune di Fiesole ha assunto la responsabilità delle spese per i lavori ordinari e straordinari al museo, per l’allestimento delle sale e delle strutture espositive, per la custodia e la vigilanza notturna. Lo studio degli atti deliberativi fornisce una visione completa dello sviluppo del Museo Civico Archeologico nel corso del tempo, sempre mantenendo un forte legame con il territorio. Grazie a queste decisioni, il museo non è solo un luogo di conservazione, ma soprattutto un centro dinamico di educazione e cultura, che continua a ispirare e formare visitatori di tutte le età.
Valentina Cappellini
Immagini
Fig. 1. Registri dei protocolli delle deliberazioni conservate nell’Archivio Storico Comunale di Fiesole.
Fig. 2. Manifesto dell’inaugurazione del Museo Civico Archeologico nel riallestimento del 1981 (A.C.F., Manifesti, 1981 A05).
Fig. 3. Approvazione delle condizioni di acquisto del Podere detto Buca delle Fate (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 12, cc. 58v-59r, del. 33).
Fig. 4. Approvazione del progetto per il nuovo museo archeologico da costruirsi all’interno dell’area degli scavi (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 30, p. 142, del. 224).
Fig. 5. Approvazione dello stato finale dei lavori di risanamento e restauro del Museo Archeologico di Fiesole (A.C.F., Postunitario, I. Protocolli delle deliberazioni del Consiglio, 83, n. c., del. 421).
Fig. 6. Approvazione delle spese per l’inaugurazione del nuovo museo, originariamente prevista per il 7 giugno 1914, successivamente rimandata e mai realizzata (A.C.F., Postunitario, II. Protocolli delle deliberazioni della Giunta, 41, p. 37, del. 154).
Riferimenti bibliografici
M. Borgioli (a cura di), Inventario dell’Archivio Postunitario del Comune di Fiesole (1865-1945), Firenze, All’Insegna del Giglio, 1988 (Biblioteca dell’Assessorato alla Cultura, 6).
M. Borgioli, Fonti documentarie sui monumenti archeologici fiesolani, in L. Marino, C. Nenci (a cura di), L’area archeologica di Fiesole. Rilievi e ricerche per la conservazione, Firenze, Alinea, 1995, pp. 17-25 (Restauro archeologico, 3).
M. De Marco (a cura di), Fiesole. Museo Civico Archeologico. Un secolo di bellezza, Firenze, Polistampa, 2013.
R. Sabelli (a cura di), L’Area Archeologica di Fiesole. Conservazione della memoria e innovazioni per la fruizione, Firenze, Polistampa, 2014.