Secondo un'ipotesi, in epoca romana esistevano due insediamenti fiesolani.
Nell’Area archeologica di Fiesole le strutture murarie del santuario sono una delle testimonianze più tangibili ed eloquenti del cambiamento epocale che si verificò a partire dall’inizio del I secolo a.C. nella storia della città etrusca: la sua romanizzazione. Le poderose strutture romane, con la scalinata monumentale, l’alto basamento che sosteneva un portico colonnato e l’ampia cella, infatti, si sovrappongono - inglobandoli - ai resti di un tempio più antico, testimoni delle fasi di vita della città etrusca (Fig. 1).
L’inizio di questo lungo processo è fissato dagli studiosi all’89 a.C., ai tempi della cd. Guerra sociale. Questo conflitto, che ebbe conseguenze storiche di enorme portata, vide opporsi Roma ai suoi socii (cioè alleati) italici e si risolse con la vittoria della prima. Roma, tuttavia, concesse agli sconfitti quello per cui essi erano arrivati alle armi: la cittadinanza romana, con i vantaggi politici, economici e giuridici che da essa derivavano. Secondo gli studiosi, anche Fiesole, al tempo prospera città etrusca, ottenne proprio in questa circostanza - come del resto molte altre città dell’Etruria - la cittadinanza romana, trasformandosi in un municipium.
E’ noto anche che, nell’80 a.C., il generale romano Silla punì Fiesole per essersi schierata contro di lui nella guerra civile che lo vide opposto a C. Mario, espropriandola di ampie porzioni di territorio che spartì tra i veterani del suo esercito vittorioso. Egli dedusse, quindi, una vera e propria colonia, per cui si può dire che, ad un certo punto della sua storia, nel territorio di Fiesole coesistettero due “città” romane, l’una di origine etrusca e romanizzata, l’altra di originaria fondazione romana.
Ma dove sorse questa nuova colonia e come si rapportò con il municipio di Faesulae? Uno studio recentemente pubblicato (E. Bianchi, 2019), che prende in considerazione varie fonti storiche, letterarie ed archeologiche, ne ricostruisce l’interessante storia.
La prima fonte citata in questo studio è un noto passo di Graniano Liciniano che fa riferimento ad una rivolta dei fiesolani avvenuta nel 78 a.C., durante la quale essi irruppero nelle ville dei veterani di Silla (nei castella veteranorum Sullanorum), uccidendo un gran numero di coloni, tanto da recuperare molte delle terre che erano state loro sottratte. ll termine castella, che farebbe pensare a siti o ville fortificati, ha indotto molti studiosi a credere che questi coloni si fossero stabiliti fuori dalle mura che delimitavano la città di origine etrusca. Purtroppo però, allo stato attuale, non è possibile dare un fondamento concreto all’ipotesi formulata all’inizio del Novecento, secondo cui i castella veteranorum fossero localizzati presso le attuali località di San Domenico e Camerata, ai piedi dei colli fiesolani (Fig. 2).
Alcuni passi di Sallustio sulla congiura di Catilina, nella quale sappiamo che Fiesole fu fortemente coinvolta (Cat. 24,2; 27, 1; 28, 4; 31, 1; 50, 4; 59, 3), e alcune iscrizioni funerarie di epoca imperiale permettono di delineare la storia successiva delle due “città”. Dai primi si deduce che nell’esercito catilinario, sconfitto nella battaglia di Pistoia del 62 a.C. che pose fine alla congiura, militarono sia i coloni di Fiesole che i vecchi abitanti della città etrusca: questo fa presumere, quindi, che la colonia sillana fosse in qualche modo sopravvissuta alla rivolta del 78 a.C.. Le iscrizioni, invece, che testimoniano l’esistenza di magistrature tipiche dell’ordinamento municipale - come quella di C. Murrius che a Fiesole ricoprì le cariche di quattuorvir e di rex sacrorum (Fig. 3) o quella, databile al II secolo d.C., di Q. Petronius Melior, anche lui quattuorviro - attestano la persistenza del municipium di Faesulae fino all’inoltrata età imperiale. Viceversa, della colonia non sembra esistere più nessuna testimonianza.
Che fine fece, dunque, la colonia sillana? Secondo quanto affermato nello studio citato, essa - fortemente decimata in seguito alla rivolta dei fiesolani del 78 a.C. e poi nuovamente ridottasi a causa delle perdite subite nella battaglia del 62 a.C. - fu gradualmente assorbita dalla più ampia comunità del municipium fiesolano. Delle due città romane, quindi, fu l’ex-centro etrusco divenuto municipio a sopravvivere a questo intenso e difficile periodo di guerre civili, passato il quale furono costruiti il tempio, le terme e il teatro, ancora oggi visibili nell’Area archeologica (Fig. 4).
Pochi decenni dopo, però, la storia tornò a ripetersi, questa volta con un esito ben diverso. Nella seconda metà del I secolo a.C., infatti, Faesulae si vide nuovamente sottrarre parte del territorio di pertinenza per permettere la deduzione di un’altra colonia, Florentia. Come il suo nome beneaugurale intendeva significare, la città fu florida e prospera e Fiesole, da lì in avanti, non poté fare a meno di confrontarsi con questa nuova “ingombrante” vicina.
Chiara Ferrari
Immagini
Fig. 1 - I resti del tempio romano che si sovrappongono a quelli del più antico tempio etrusco nell’Area archeologica di Fiesole (foto dell’autrice).
Fig. 2 - La località di San Domenico, ai piedi dei colli fiesolani, dove secondo un’ipotesi di inizio Novecento potrebbe essersi insediata la colonia sillana (foto Comune di Fiesole).
Fig. 3 - La stele funeraria di C. Murrius, che attesta la persistenza delle cariche magistratuali tipiche del municipio romano in età imperiale (da Gabrielli 2019, p. 119).
Fig. 4 - Il teatro dell’Area archeologica, uno dei monumenti più identificativi della Faesulae romana (foto dell’autrice).
Riferimenti bibliografici
E. Bianchi, Gli statuti di Fiesole e Arezzo dopo la guerra sociale, in ὅρμος. Ricerche di Storia Antica n.s. 11, 2019, pp. 1-24.
C. Gabrielli, I rapporti fra Florentia e Faesulae in età imperiale, in G.C. Cecconi, A. Raggi, E.S. Gaggero (a cura di), Epigrafia e società nell’Etruria romana. Atti del Convegno di Firenze, 23-24 ottobre 2015, Roma 2017, pp. 117-133.
A.Guerri, Fiesole e il suo nuovo comune, Fiesole 1913.