Dagli olivi con fenotipo antico è nato l'olio del teatro romano, tra mito e natura.
Dalla frangitura delle olive dell'Area Archeologica, nell'ottobre 2020 è nato l'Olio del Teatro Romano, un prodotto di eccellenza che esprime al meglio i legami tra il territorio fiesolano e la sua storia.
Nell'Area Archeologica, tra il Tempio, il Teatro e le Terme, sono presenti da sempre numerosi olivi (quattro dei quali caratterizzati da un fenotipo peculiare e unico), che ogni anno producono un'abbondante quantità di olive di elevata qualità. Tuttavia, l'Olio del Teatro non si chiama così soltanto in virtù della sua provenienza; molto stretta risulta, infatti, anche la sua relazione con l'olio e l'olivo nella storia e nell'archeologia di Fiesole e del suo territorio.
Oggi molti olivi incorniciano i resti del Tempio etrusco-romano, molto probabilmente dedicato alla dea Minerva.
Minerva, Atena per i Greci, era la dea della saggezza, possedeva molte qualità positive e come albero sacro aveva proprio l'olivo. Il mito vuole, infatti, che fosse stata lei a donare agli uomini la prima pianta di olivo, in modo che la coltivassero in armonia tra loro e ne sfruttassero al meglio i frutti.
Anche per questo gli olivi sono da sempre simbolo di pace e della capacità dell'uomo di coltivare la terra per ottenere prodotti da utilizzare in vari modi.
Le olive, infatti, non sono solo un ottimo cibo, ma dalla loro spremitura si ottiene l'olio, ingrediente fondamentale nella dieta mediterranea odierna, ma ancora più essenziale per la vita quotidiana degli antichi, come dimostrano i ritrovamenti archeologici avvenuti anche nel territorio fiesolano e conservati nel Museo Archeologico.
In antichità balsami ed unguenti erano a base di olio; secondo molte testimonianze storiche, donne e uomini utilizzavano questi prodotti sia per la cura del corpo, sia per usi medici, soprattutto per curare le ferite.
In particolare, gli atleti erano soliti ungersi il corpo prima delle gare, mentre le donne facevano uso degli unguenti per migliorare la salute e la bellezza della pelle. Inoltre, particolarmente importanti e sacri erano i balsami che venivano utilizzati per cospargere il corpo dei defunti durante i riti funebri.
Oli e balsami erano conservati in piccoli contenitori (unguentarii e balsamarii, ariballoi in greco), spesso decorati in modo raffinato, dalla forma e dai materiali piuttosto ricercati; arrivati fino a noi, essi ci testimoniano la preziosità del prodotto che contenevano.
Contrariamente a quanto avviene oggi, però, l'olio era impiegato soprattutto come combustibile naturale. Il Museo civico Archeologico di Fiesole conserva numerose lucerne romane che ce lo testimoniano. Questi manufatti in ceramica, dalle varie forme e decorazioni, venivano usati in ogni casa e in ogni edificio pubblico per illuminare gli ambienti. Il funzionamento era semplice: si riempiva la vasca di olio, si poneva al suo interno una cordicella che fungeva da stoppino e si accendeva. In questo modo, lo stoppino bruciava e faceva luce finché c'era olio nella lucerna.
Per tutte le informazioni sul progetto che ha portato alla nascita dell'Olio della Biodiversità del Teatro, si rimanda a:
www.fiesoleforyou.it