Sarà meglio un uovo oggi o una gallina domani? A volte sembra proprio di camminare sulle uova, ci si sente pieni come un uovo e servirebbe davvero l'uovo di Colombo per trovare una soluzione!
L'uovo, protagonista di molti modi di dire conosciuti da tutti, nonché ingrediente diffuso nella tradizione culinaria, è uno degli elementi più carichi di significato nelle culture di ieri e di oggi. Che si tratti di un uovo di gallina, di struzzo o di altra specie animale, la sua forma semplice e dalla linea perfetta ha da sempre suscitato numerose interpretazioni e simbologie. La fortuna dell'uovo, però, non è dovuta solo alla sua forma, ma anche alla sua stessa natura.
Definito nei dizionari come "gamete femminile degli animali a riproduzione sessuata, ricco di sostanze nutritive, di forma sferica, ellissoidale o cilindrica e di dimensioni diverse a seconda delle varie specie animali", l'uovo è comunemente conosciuto come una grande cellula, le cui parti sono ben distinguibili anche a occhio nudo. Così, tralasciando il dubbio atavico su chi sia nato prima, se l'uovo o la gallina, tutti concordiamo sul fatto che dall'uovo nascono i pulcini.
La rottura del guscio, e la conseguente comparsa di una nuova vita, ha da sempre affascinato l'uomo, il quale ha attribuito all'uovo un significato positivo, legandolo naturalmente alla fertilità, alla nascita, alla vita stessa, che matura in condizioni protette per poi esplodere, rompere i limiti imposti e riversarsi nel mondo.
L'uovo di cioccolato e tutte le tradizioni pasquali di cui l'uovo è protagonista ci spiegano bene il legame simbolico tra questo e la (ri)nascita; legame che, tuttavia, esisteva già prima dell'arrivo del Cristianesimo.
Le uova di struzzo decorate
Molte sono, infatti, le testimonianze archeologiche che ci dimostrano il carico simbolico dell'uovo nelle culture antiche. Soffermandoci sulla civiltà etrusca, per esempio, scopriamo che i ricchi principi dell'età orientalizzante (in particolare nel VII secolo a.C.) si facevano seppellire nelle grandi tombe a tumulo con un corredo che spesso conteneva anche uova di struzzo decorate. Frammenti di questo tipo, insieme ad avori di alto pregio artistico, sono stati ritrovati anche nel territorio fiesolano, in particolare nella tomba a tumulo della Montagnola a Sesto Fiorentino. In Etruria, però, non mancano le sepolture in cui sono stati rinvenuti esemplari interi, come quello oggi conservato al Museo archeologico di Tarquinia. Poiché neanche al tempo degli Etruschi gli struzzi si trovavano in Italia, le loro uova arrivavano qui per lo più dall'alta valle del Nilo, tramite scambi commerciali. Il lungo viaggio e le attente lavorazione e decorazione, rendevano questi oggetti dei manufatti di pregio, configurandoli come beni di lusso. Molti esemplari, infatti, venivano dipinti o decorati con incisioni; spesso sulla superficie presentano un foro, che trasformava l'uovo in un ricco contenitore per liquidi.
La loro presenza nelle tombe degli aristocratici etruschi, tuttavia, non è solo simbolo di ricchezza del defunto, ma anche dell'augurio di una sua felice rinascita nel mondo dell'Aldilà.
L'uovo e la nascita di Venere
Che lo schiudersi di un uovo porti con sè una nuova vita e nuove speranze è particolarmente chiaro anche nei miti classici, dove più grande è l'uovo e più grande sembra essere anche l'aspettativa su ciò che ne uscirà.
Così, Igino l'Astronomo, autore latino del I secolo d.C., crea una grande attesa raccontando della caduta dal cielo di un uovo gigantesco, che andò a finire nel fiume Eufrate. Alcune colombe si posarono sul grande uovo, covandolo finché non si schiuse facendo uscire la dea Venere. Igino ci dice che la stessa dea era chiamata anche Dea Syria, ovvero l'altro nome di Atargatis, la grande divinità femminile della fecondità venerata in Siria.
Nella versione di Igino, dunque, Venere/Afrodite non nasce dalla schiuma del mare (come vuole la più famosa tradizione del mito greco), ma da un uovo, come Atargatis; si mescola così la tradizione greca con quella orientale, evidenziando come la dea e, di conseguenza, l'amore e la fecondità abbiano origine proprio da un uovo. L'uovo, pertanto, diventa l'emblema più potente della fecondità e la fonte primaria della vita.
L'uovo di Elena
Nel mito greco, però, si narra anche di un'altra prodigiosa nascita avvenuta da un uovo: quella di Elena, personaggio semi-divino conosciuto soprattutto per la sua straordinaria bellezza.
Secondo una versione del mito, infatti, sua madre Leda si sarebbe unita a Zeus sotto forma di cigno ed avrebbe partorito due uova da cui nacquero rispettivamente Elena e Polluce e Clitennestra e Castore. Secondo un'altra versione, invece, la bella Elena sarebbe nata dall'uovo generato dall'unione tra Zeus e Nemesis, divinità che puniva gli empi e vendicava i delitti, dopo che entrambi si erano trasformati in cigni. L'uovo sarebbe stato poi raccolto da Leda, che ne diventò la madre adottiva. Qualunque sia la versione del mito, la bellezza perfetta di Elena (personaggio che, dopo l'intervento di Venere, sarà al centro delle vicende della guerra di Troia) sembra scaturire dalle altrettanto perfette linee di un uovo dall'origine divina.
Anche in questo caso, dunque, l'uovo si configura come l'elemento perfetto che unisce la dimensione divina con quella terrestre ed è capace di dar vita a qualcosa di straordinario.
Gli esempi in cui l'uovo rappresenta una continua tensione verso la vita, verso una rinascita profonda che possa sconvolgere il mondo con grandi cambiamenti non si esauriscono certo qui e potremmo continuare a lungo; tuttavia non vogliamo cercare il pelo nell'uovo e ci fermiamo...sperando di non avervi rotto...le uova nel paniere!
I. Dei
Bibliografia:
Cortelazzo M. e Cortelazzo M.A., 2004, Uovo, in L'Etimologico minore, Dizionario etimologico della lingua italiana, edizione minore, Zanichelli, Bologna.
Pisano G., 2005, Osservazioni sulle uova di struzzo, in Adembri B., a cura di, AEIMNHΣTOΣ, Miscellanea di Studi per Mauro Cristofani, tomo I, pp. 232 - 239.