Per la storia di uno dei più celebri episodi della Resistenza in Toscana
Per la rubrica estiva dei “5 fatti su” del nostro Blog, in questo mese di agosto ripercorriamo, in un itinerario di 5 tappe fattibile anche a piedi, la nota vicenda dei “Tre Carabinieri” di Fiesole. Il 12 agosto, infatti, cade l’anniversario della morte di Vittorio Marandola, Alberto La Rocca e Fulvio Sbarretti: in questa data si commemora il sacrificio di questi tre giovanissimi Carabinieri che, nell'estate del 1944, si consegnarono ai nazisti per salvare la vita di 10 concittadini fiesolani.
Tappa 1 - La stele commemorativa (P.zza Mino n. 26)
Posta nel 1950 sulla facciata del palazzo del Comune di Fiesole dalla stessa Amministrazione comunale (fig. 1), costituisce il punto di partenza ideale per il nostro itinerario. Sotto ad un ramoscello d’olivo ed alla fiamma simbolo dell’Arma dei Carabinieri, le lettere di bronzo dell'iscrizione identificano i protagonisti della vicenda e il 12 agosto 1944 come il giorno del sacrificio che, in seguito, valse loro la medaglia d'oro al valore militare. Il contesto storico è quello della ritirata verso nord delle truppe tedesche di occupazione e, in particolare, della Battaglia di Firenze. Il Comando tedesco, installatosi a Villa Martini, poco distante dal centro cittadino fiesolano, nutre forti sospetti di collaborazionismo partigiano nei confronti dei militari dell’Arma dei Carabinieri locale e infatti, il 6 agosto il comandante della caserma, Giuseppe Amico, viene arrestato e deportato. Restano in città solo Marandola, La Rocca e Sbarretti, agli ordini dell’appuntato Francesco Naclerio.
Tappa 2 - Le Buche delle Fate nel Teatro romano (Area archeologica, L.go F. Farulli n. 1)
La sera dell’11 agosto i quattro militari lasciano la caserma, dopo aver occultato le armi in loro possesso nel giardino, per raggiungere Amico a Firenze (che nel frattempo era riuscito a fuggire) e unirsi alla lotta partigiana per la liberazione della città. Il piano è eludere la sorveglianza tedesca fingendosi confratelli della Misericordia, autorizzata a recarsi a Firenze per prestare il servizio di carità. Fallito il tentativo, perché il blocco degli spostamenti è ormai totale, decidono di nascondersi nella vicina Area archeologica in attesa di un’opportunità migliore. Si calano perciò all'interno delle cosiddette Buche delle Fate, ovvero gli ambienti sotterranei che sorreggono le gradinate del Teatro romano, chiamati così per via di un’antichissima tradizione locale. Anche se all’epoca la cavea doveva essere già stata ampiamente restaurata, con le massicce integrazioni che avevano portato alla copertura quasi totale delle Buche, queste erano evidentemente ancora praticabili (fig. 2). I Carabinieri rimangono qui fino alla sera del giorno dopo, quando vengono raggiunti da una terribile notizia.
Tappa 3 - La Confraternita della Misericordia di Fiesole (V. Marini n. 7)
A poche decine di metri in linea d’aria dalle Buche delle Fate si trova ancora oggi la sede della Misericordia di Fiesole (fig. 3). Istituita nel 1839 ed operante inizialmente presso la Basilica di Sant’Alessandro, ebbe qui da inizio Novecento la propria sede con il piccolo oratorio dedicato a San Carlo Borromeo, edificato nel 1932. La sera del 12 agosto in questi locali l’appuntato Naclerio, fatto chiamare alle Buche delle Fate da un civile, è informato dal cancelliere della Curia vescovile Mons. Turrini e dal segretario comunale Oretti che i tedeschi hanno notato l'assenza dei Carabinieri dalla caserma e minacciato di uccidere dieci civili fiesolani: per evitarlo, entro quella stessa sera i militari devono presentarsi al Comando tedesco. Dopo aver riferito tutto ai colleghi, i Carabinieri tornano alla Misericordia per comunicare di volersi consegnare. Mons. Turrini è persuaso che nulla accadrà loro, a parte essere costretti a mettersi al servizio dei tedeschi. Naclerio si reca subito al Comando tedesco per comunicare il ritorno dei Carabinieri, mentre Marandola, La Rocca e Sbarretti vanno prima a recuperare le loro uniformi in caserma.
Tappa 4 - L’Hotel Aurora (P.zza Mino n. 39)
Nessuno penserebbe mai, vedendo il bell'edificio ottocentesco dell’Hotel Aurora con i suoi eleganti giardini terrazzati, da dove si gode di una delle più spettacolari viste su Firenze, che proprio questo sia stato il luogo della tragica fine dei Tre Carabinieri (fig. 4). Marandola, La Rocca e Sbarretti vengono qui tratti in arresto dopo che, incontrati alcuni militari tedeschi intenti nella perquisizione della Caserma, sono stati costretti a rivelare il nascondiglio delle loro armi. Proprio la presenza, fra queste, di equipaggiamenti che normalmente non facevano parte dell'armamento dei Carabinieri avrebbe rafforzato nei tedeschi il sospetto di collaborazionismo con i partigiani e determinato la loro condanna a morte. I tre sono fucilati, mentre Naclerio è costretto a riprendere servizio sotto il controllo tedesco. In questi stessi ambienti i dieci ostaggi fiesolani rimangono prigionieri fino alla liberazione della stessa Fiesole, il 1 settembre.
Tappa 5 - Il Monumento Slancio verso l’infinito di Marcello Guasti (Parco della Rimembranza, v. San Francesco).
Qui si conclude il nostro itinerario, in un luogo fortemente imbevuto di significati simbolici legati alla storia del primo Novecento fiesolano. All'interno di quello che nacque in epoca fascista come il Parco della Rimembranza per onorare e ricordare i caduti della Prima Guerra Mondiale (per una sua breve storia: 101 anni dalla nascita dei Parchi della Rimembranza), l'Amministrazione fiesolana decise di erigere un monumento alla memoria dei tre martiri fiesolani, attuando così un processo di intensa risignificazione dello spazio. Nel 1964, sulla terrazza panoramica progettata dall’architetto Giovanni Michelucci, fu posto il monumento bronzeo di Marcello Guasti, rappresentante una “tenaglia e questa fiamma che la squarciava [...] aveva anche un significato simbolico della lotta fra il bene e il male e doveva essere messa in un punto che si potesse protendere verso l’infinito, verso lo spazio della valle di Firenze”.
Chiara Ferrari
Immagini
Fig. 1 – La lapide commemorativa dei Tre carabinieri fiesolani, sulla facciata del Palazzo del Comune (foto dell’autrice).
Fig. 2 – Cartolina storica che raffigura il Teatro romano con l’apertura delle Buche delle Fate (al centro in alto, l’apertura arcuata cui conducono le scalette divisorie dei cunei della cavea), Archivio Storico Comunale (inizio Novecento, post 1913).
Fig. 3 – La Misericordia di Fiesole oggi, con l’oratorio di San Carlo Borromeo (foto dell’autrice).
Fig. 4 – Cartolina storica che raffigura l’Hotel Aurora visto da sud, con alle spalle Piazza Mino e il campanile della Cattedrale di San Romolo, Archivio Storico Comunale (inizio Novecento?).
Fig. 5 - Il Monumento ai Tre Carabinieri Slancio verso l’infinito di Marcello Guasti (foto dell’autrice).
Riferimenti bibliografici
AA. VV., Marcello Guasti, Giovanni Michelucci e il monumento ai Tre Carabinieri. La genesi del monumento: “Slancio verso l'infinito”. Guida della mostra, Fiesole 17 febbraio-30 novembre 2019.
Sitografia
J. K. Nelson, Un inedito contributo dei Tre Carabinieri di Fiesole “all’armamento (…) delle formazioni partigiane”. Un documento rinvenuto nell'archivio del CLN di Fiesole conservato presso l'Archivio ISRT approfondisce la nota vicenda resistenziale (www.toscananovecento.it/custom_type/un-inedito-contributo-dei-tre-carabinieri-di-fiesole-allarmamento-delle-formazioni-partigiane/)