5 cose da sapere su augusto primo imperatore

5 curiosità da sapere su Augusto, il primo imperatore romano

Fra le più grandi personalità della Roma antica sicuramente si annovera quella di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (Roma, 63 a.C.- Nola,14 d.C.). Nato Gaio Ottavio, fu adottato nel 44 a.C. da Giulio Cesare, del quale raccolse, a soli 19 anni, l'eredità politica. Dopo averne vendicato l’uccisione, fu protagonista indiscusso dei lunghi anni di guerre civili che seguirono e che si conclusero solo nel 31 a.C. con la celebre vittoria su Marco Antonio e Cleopatra ad Azio. Ormai detentore unico del potere, fu salutato dal Senato come il salvatore della Repubblica romana. Augusto però è ricordato soprattutto per essere stato il primo degli imperatori romani: egli infatti - con abili azioni politiche, restauratrici nella forma ma rivoluzionarie nella sostanza - trasformò la Repubblica in un regime istituzionale nuovo, fondato sul potere di un unico individuo, quello del “Principato”. Come princeps fu a capo dell’Impero dal 27 a.C. fino alla sua morte.

Approfondiamo la conoscenza di Augusto con cinque fatti e curiosità su di lui che altrettanti reperti o monumenti del Museo archeologico di Fiesole ci danno lo spunto per raccontare.

1. Perchè “Augustus”?

Gaio Ottavio ebbe molti nomi e titoli che marcarono i momenti più importanti della sua vita e della sua carriera politica. Dopo essere diventato Caius Caesar, in seguito all’adozione da parte di Cesare, e aver aggiunto al suo nome l’appellativo di Divi filius, “figlio del Divo”, per via della divinizzazione di quest’ultimo, nel 27 a.C. ebbe infine il nome di Augustus. In quell’anno Gaio Ottavio, infatti, vincitore unico della guerra civile che aveva messo a dura prova la sopravvivenza della Repubblica, restituì formalmente lo Stato “al Senato e al Popolo”. Per questo fatto il Senato decretò che gli venissero riconosciuti diversi onori, tra cui il titolo di Augustus, che significava "venerabile, sublime” (dal verbo augere = innalzare, accrescere). Questo nome contribuì ad avvolgere la sua figura di un alone sacro e a proiettarlo in una dimensione religiosa che aprirà la strada alla sua divinizzazione. Insieme al nome di Cesare, quello di Augusto passerà a caratterizzare in un certo senso la figura del princeps, entrando poi di fatto nella titolatura degli imperatori successivi (fig. 1).

Fig. 1 - Moneta di Filippo l Arabo con AVG abbreviazione del nome Augustus
Fig. 1 - Moneta dell’Imperatore Filippo l’Arabo (244-249 d.C.), con legenda che riporta abbreviato il nome Augustus, “AVG”, Museo Civico Archeologico di Fiesole, da Fiesole.

2. Il nome del mese di Agosto deriva da Augusto

Tra gli onori che il Senato decretò in favore di Augusto fu anche quello di inserire il suo nome nel calendario. Fu così che il mese di Sextilis - il sesto mese dell’anno nel calendario romano delle origini (Quando l'anno iniziava a marzo: il calendario romano e l’origine del nostro modo di misurare il tempo) fu chiamato Augustus. La scelta ricadde su questo mese perché molti eventi importanti per la carriera politica di Augusto e per la storia di Roma erano accaduti proprio in quel mese: il 1 agosto del 30 a.C., in particolare, Augusto aveva conquistato Alessandria d’Egitto, sancendo la sconfitta definitiva di Marco Antonio e Cleopatra e portando all'istituzione della prima provincia dell’Impero romano (il giorno era stato per questo considerato festivo!). Ma tra le possibili ragioni di questa scelta fu, forse e non a caso, anche il fatto che in questo modo i nomi di Cesare e di Augusto avrebbero potuto susseguirsi nel calendario, dal momento che il mese di Quintilis (fig. 2) era già stato da tempo dedicato a Giulio Cesare, divenendo Iulius (il nostro luglio).

Fig. 2 - Tessera nummularia con QVI, abbreviazione del mese di luglio Quintili, Museo Civico Archeologico di Fiesole
Fig. 2 - Tessera nummularia con iscrizione in cui ricorre il nome abbreviato del mese di luglio Quintilis, “QVI”, datata al 76 a.C., prima che venisse modificato in Iulius, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito), dal Teatro romano di Fiesole.

3. Augusto va in scena: teatro e propaganda

Alla guida del principato Augusto mise in atto un vasto programma di riforme a livello politico, amministrativo, religioso e culturale. Tra queste ultime, molte furono dedicate al rinnovamento edilizio: templi, portici, piazze, acquedotti, fontane cambiarono decisamente non solo il volto di Roma, ma anche delle molte città dell’Impero che ne seguirono l’esempio. Anche il teatro fu al centro delle attenzioni di Augusto, che ne incentivò la costruzione a Roma come in altre città (fig. 3). Per Augusto, infatti, esso non solo poteva svolgere un’importante funzione culturale e pedagogica per il popolo ma anche essere luogo di propaganda per il nuovo regime. E’ noto infatti che incoraggiò la rappresentazione delle opere dei poeti a lui fedeli e che a far parte della ricca decorazione scultorea della fronte scena - là dove il pubblico era abituato a vedere le statue delle Muse greche e degli dèi - entrarono i ritratti dei membri della famiglia imperiale.

Fig. 3 - Il teatro romano di Fiesole, fine I sec. a.C. - inizio I sec. d.C
Fig. 3 - Il teatro romano di Fiesole, costruito tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio I sec. d.C., Area Archeologica di Fiesole.

4. Augustali per il culto dell’imperatore

A partire dall’età di Augusto nelle città italiche e in quelle delle province occidentali comparvero speciali addetti al culto dell’imperatore. Numerose sono le testimonianze di iscrizioni e monumenti che ancora oggi ci testimoniano infatti dei cosiddetti Augustali (fig. 4), che possiamo trovare menzionati come sexviri, sexviri Augustales o semplicemente Augustales. Si trattava di un collegio di sei addetti, eletti spesso tra facoltosi liberti, che rimanevano in carica un anno ed erano responsabili dell’organizzazione di giochi e feste a nome dell’intera comunità cittadina. Rivestire la carica di Augustale era un grande privilegio perché consentiva ai liberti, normalmente esclusi dall’accesso alle magistrature locali, di ricoprire una carica prestigiosa che permetteva di avere in cambio privilegi simili a quelli che spettavano ai magistrati veri e propri (ad esempio, funerali pubblici a spese della città o la dedica di un’iscrizione onorifica in un luogo pubblico).

Fig. 4 - Stele funeraria di Caio Titallio seviro augustale, Museo Civico Archeologico di Fiesole
Fig. 4 - Stele funeraria di Caio Titallio, che ricoprì la carica di seviro augustale, sevir, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito), da Fiesole, San Domenico.

5. Augusto divinizzato.

Augusto morì il 19 agosto del 14 d.C.: secondo la tradizione, dalla sua pira funebre fu vista salire in cielo un’aquila, fatto che fu interpretato come il segno della sua apoteosi, ovvero della sua definitiva divinizzazione. Per questo motivo può capitare di osservare nei monumenti romani l’apoteosi degli imperatori rappresentata con l’immagine dell’aquila che porta sul dorso il principe defunto (fig.5) oppure la raffigurazione dell’aquila inserita in scene più complesse.

Fig. 5 - Lucerna con Giove su aquila, Museo Civico Archeologico di Fiesole
Fig. 5 - Lucerna in terracotta con Giove sull’aquila (I-II sec. d.C.): lo stesso schema iconografico può essere utilizzato per rappresentare l’apoteosi degli imperatori romani, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito)

Chiara Ferrari


Immagini

Fig. 1 - Moneta dell’Imperatore Filippo l’Arabo (244-249 d.C.), con legenda che riporta abbreviato il nome Augustus, “AVG”, Museo Civico Archeologico di Fiesole, da Fiesole.
Fig. 2 - Tessera nummularia con iscrizione in cui ricorre il nome abbreviato del mese di luglio Quintilis, “QVI”, datata al 76 a.C., prima che venisse modificato in Iulius, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito), dal Teatro romano di Fiesole.
Fig. 3 - Il teatro romano di Fiesole, costruito tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio I sec. d.C., Area Archeologica di Fiesole.
Fig. 4 - Stele funeraria di Caio Titallio, che ricoprì la carica di seviro augustale, sevir, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito), da Fiesole, San Domenico.
Fig. 5 - Lucerna in terracotta con Giove sull’aquila (I-II sec. d.C.): lo stesso schema iconografico può essere utilizzato per rappresentare l’apoteosi degli imperatori romani, Museo Civico Archeologico di Fiesole (deposito), collezione Albites.

Riferimenti bibliografici

P. Zanker, 2006, Augusto e il potere delle immagini, Torino.
M. De Marco (a cura di), 2006, Fuori dalla polvere. Tesori di Fiesole antica in mostra.
E. La Rocca, 2011, Dal culto di Ottaviano all'apoteosi di Augusto, in Dicere laudes. Elogio, comunicazione, creazione del consenso. Atti del convegno internazionale Cividale del Friuli, 23-25 settembre 2010, Pisa, pp.179-204.