In questo terzo appuntamento con gli  “Itinerari d’estate con i Musei di Fiesole” proponiamo due punti panoramici di Fiesole che, oltre ad offrire ai visitatori la vista di paesaggi di notevole bellezza, possono fare da spunto per accenni sulla storia e sull’archeologia di Fiesole.

Il primo punto panoramico è quello della terrazza su via di San Francesco, che collega Piazza Mino alla sommità del colle omonimo. Da lì è possibile godere di una bellissima vista sulla piana sottostante: si abbraccia con un unico sguardo l’inconfondibile insieme di tetti, campanili e cupole della città di Firenze, incorniciata dalle verdi colline circostanti, e si arriva a scorgere ad ovest fino alla città di Prato (Fig. 1).

Fig. 1. Panorama su Firenze dalla terrazza di via di San Francesco, Fiesole
Fig. 1. Panorama su Firenze dalla terrazza di via di San Francesco, Fiesole

Proprio la posizione dominante sulla piana fiorentina di questo colle e la sua conformazione, con fianchi piuttosto scoscesi, dovettero indurre gli Etruschi a scegliere questo sito, sin dal IX secolo a.C., per stabilirvi l’insediamento di capanne che in seguito avrebbe dato origine alla città di Vipsul.
Questo è testimoniato dal ritrovamento di frammenti di ceramica con decorazione geometrica tipica dell’epoca (conservati oggi al Museo archeologico, fig. 2) e da tracce di fondi di capanne, ma non sappiamo quale fosse esattamente la sua estensione. È indubbio che però gli Etruschi si assicurarono una posizione ben difendibile da eventuali attacchi nemici e che, al contempo, permetteva il controllo a vista del territorio circostante e delle principali vie di comunicazione.

Fig. 2. Frammenti di ceramica geometrica, Museo Archeologico di Fiesole
Fig. 2. Frammenti di ceramica geometrica, Museo Archeologico di Fiesole

Ma quale vista avremmo potuto avere sulla piana tra IX e VIII secolo a.C.? Nessuna città si sarebbe scorta dai colli fiesolani: né l’antenata di Firenze, la romana Florentia, fondata solo molti secoli dopo, nel corso del I secolo a.C.; né la città etrusca di Prato-Gonfienti, sviluppatasi a partire dal VI secolo a.C. I ritrovamenti archeologici ci dicono tuttavia che la pianura ai piedi di Fiesole doveva essere caratterizzata da piccoli nuclei sparsi di popolazione aggregati in villaggi di capanne, soprattutto lungo le vie di comunicazione pedemontane e di commercio. A Firenze esisteva, ad esempio, un piccolo insediamento sorto a controllo  del guado dell’Arno (circa all’altezza di Ponte Vecchio), testimoniato da frammenti di ceramica geometrica e dalla necropoli (ritrovata a fine XIX secolo) di Piazza della Repubblica, con i pozzetti e i vasi biconici in terracotta caratteristici dell’epoca. Tra le principali attività di sostentamento di queste comunità doveva esserci l’agricoltura: molte fonti antiche riferiranno in seguito della fertilità delle terre etrusche e in particolare Livio (Ab Urbe condita XXII 3, 3) parlerà del territorio tra Fiesole e Arezzo come di uno dei più feraci d’Italia.

Fig. 3. Panorama sulla Valle del Mugnone da via delle mura etrusche, Fiesole
Fig. 3. Panorama sulla Valle del Mugnone da via delle mura etrusche, Fiesole

Spostiamoci ora sul versante nord della collina fiesolana. Il secondo punto panoramico si trova all’incrocio tra via Primo Conti e via delle mura etrusche. Alle nostre spalle abbiamo il tratto meglio conservato delle mura etrusche di Fiesole mentre davanti a noi la vista si apre sulla valle del torrente Mugnone, un paesaggio collinare di prati e campi punteggiati da oliveti, cipressi e più rari gruppi di case con, in lontananza, le alture appenniniche (fig. 3). Nel fondovalle, la via Faentina conduce a nord salendo verso il Mugello e, da lì, oltrepassato tutto l’Appennino, ridiscende fino a Faenza, in Romagna. Anche in epoca etrusca sono documentati in questo territorio itinerari di collegamento con l’Etruria padana e proprio il suo controllo fu di importanza strategica per Fiesole: dal VI secolo a.C., infatti, essa poté trarne molti vantaggi economici, divenendo esso punto di transito privilegiato negli ingenti flussi commerciali stabilitisi tra l’Etruria settentrionale e Spina - la grande città portuale sorta nel 540 a.C. come caposaldo commerciale etrusco sul Mare Adriatico - in particolare proprio tramite il controllo dell’itinerario fino al Passo della Colla di Casaglia (Borgo San Lorenzo, 913 m s.l.m.), la via più breve per Spina.

Fig. 4. Stele funeraria del gruppo delle cosiddette “pietre fiesolane”, Museo Archeologico di Fiesole
Fig. 4. Stele funeraria del gruppo delle cosiddette “pietre fiesolane”, Museo Archeologico di Fiesole

Un riflesso della prosperità di Vipsul in questi secoli può essere colto nella diffusione delle cosiddette “pietre fiesolane”, le stele e i cippi  funerari in pietra serena decorati che esprimono il potere politico ed economico delle più ricche famiglie del territorio, e la cui produzione, tra VI e V secolo a.C., ebbe proprio in Vipsul il centro propulsore (fig. 4). Ma le strade, oltre che da popoli amici, possono essere percorse anche da nemici. Ecco quindi che il rapido collegamento con il territorio padano offerto dal passo della Colla divenne problematico tra IV e III secolo a.C., quando Galli e Liguri, nei loro moti migratori e di conquista, iniziarono ad aumentare la loro pressione sull’Appennino.

Fig. 5. Tratto settentrionale delle mura etrusche, Fiesole
Fig. 5. Tratto settentrionale delle mura etrusche, Fiesole

Molto probabilmente la ragione della costruzione delle mura di Fiesole, che in questo punto panoramico possiamo vedere volgendoci alle nostre spalle (fig. 5), è da ricercare proprio nella minaccia portata da queste tribù, che nel 390 a.C. giunsero addirittura fino a Roma, saccheggiandola. Le mura, costruite in possenti blocchi di pietra arenaria, circondavano la sommità dei due colli – quello di San Francesco e di Sant’Apollinare – e la sella fra di essi, con un perimetro di circa 2,5 Km. Esse difesero la città di Vipsul per molti secoli ancora, anche quando essa, a partire dal I secolo a.C., divenne la romana Faesulae e ancora dopo, quando al tramonto dell’Impero di Roma, ospiterà un insediamento goto e, da ultimo, quello longobardo fra VII e VIII secolo d.C. Ecco quindi che capiamo come in realtà i bellissimi panorami di Fiesole potrebbero raccontarci ancora tante, tantissime altre storie, legate alle belle testimonianze archeologiche che, fortunatamente, il suo territorio ancora conserva.

Chiara Ferrari


Per approfondimenti:

Chellini, Un’area di passaggio tra l’Etruria tirrenica e l’Etruria adriatica: il territorio fiesolano (IX-III secolo a.C.), in Journal of ancient Topography, XXIII (2016), pp. 129-154.

Credits Immagini:
Fig. 1. Panorama su Firenze dalla terrazza di via di San Francesco, Fiesole
Fig. 2. Frammenti di ceramica geometrica, Museo Archeologico di Fiesole
Fig. 3. Panorama sulla Valle del Mugnone da via delle mura etrusche, Fiesole
Fig. 4. Stele funeraria del gruppo delle cosiddette “pietre fiesolane”, Museo Archeologico di Fiesole
Fig. 5. Tratto settentrionale delle mura etrusche, Fiesole