Facciata-museo-Fiesole-1914

Già dai primi anni del '900 si cominciò a pensare alla progettazione e costruzione di un nuovo museo, 

ma fu solo nel 1910 che venne formalizzato l’incarico della progettazione ad Ezio Cerpi, ben conosciuto a Firenze come architetto dell’Opera di Santa Croce e autore di importanti restauri.

I lavori iniziarono nel giugno del 1912, anche se subito caratterizzati da varie polemiche: in particolare, la realizzazione della facciata all'interno dell'Area archeologica suscitò dubbi e proteste da parte di alcuni che l'avrebbero preferita su via Marini, ben visibile e accessibile, oltre che “a maggiore ornamento del paese”.

Il nuovo Museo, dalla facciata a forma di tempietto in prossimità del teatro, cercò di privilegiare nel suo ordinamento, fortemente sostenuto dal soprintendente Milani e curato da Edoardo Galli, il materiale di provenienza fiesolana continuando ad esporre però anche gli oggetti donati dai vari collezionisti. (figure 1 e 2)

Figura 1 - Facciata Museo Archeologico 1914
Figura 1 - Facciata Museo Archeologico 1914
Museo Archeologico, interno
Fig. 2 - Museo Archeologico, interno

Il trasferimento e il nuovo allestimento furono organizzati e curati dal Galli, Ispettore della Soprintendenza e figura di grande importanza per l’archeologia fiesolana, che realizzò in quell'occasione l'inventario di tutti i reperti trovando nel personale comunale addetto al Museo e, in particolare, nel capo custode Carlo Benucci, una validissima e fattiva collaborazione. (Figura 3)

 

Inventario dei reperti, Museo Archeologico, Fiesole
Fig. 3 - Inventario dei reperti, Museo Archeologico, Fiesole

Così scriveva il Galli nella sua Relazione intorno al catalogo – schedario del Civico Museo di Fiesole, dattiloscritto conservato nell'Archivio Storico di Fiesole:

[...] Il Museo pertanto rimase fino a quest’anno (1914, n.d.r.) senza un inventario descrittivo e conseguentemente senza una regolare consegna. Più che di un vero e proprio museo utile agli studiosi e di attrattiva per i molti touristes che frequentano Fiesole, esso ebbe finora la fisionomia di un magazzino disordinato, con una grande congerie di oggetti fiesolani e non fiesolani, esposti quasi alla rinfusa soprattutto per la deficienza dei locali e del mobilio. […] Dinanzi a questo stato di cose, cercai fin da principio di coordinare il lavoro in modo da corrispondere contemporaneamente alle varie necessità scientifiche ed amministrative, fattesi urgenti in vista della rimozione degli oggetti per trasportarli nella nuova sede e quivi esporli in un ordine più metodico e razionale.

Credetti quindi opportuno di principiare dal controllo induttivo di tutte le suppellettili, prendendo come punto di partenza i pochi e vecchi cartelli, non sempre esatti e completi e talvolta anche spostati irrimediabilmente, perché privi di numero inventariale; le relazioni annuali della Commissione Archeologica; e le notizie a stampa intorno a varie antichità fiesolane edite. [...]

Il secondo procedimento che si impose a questo punto fu di carattere deduttivo, cioè desumere la descrizione dagli stessi materiali disposti per serie e gruppi, aggiungendovi tutte le notizie già riscontrate intorno alla provenienza [...] Io ebbi soprattutto in mira di mettere bene in rilievo le zone archeologiche urbane e suburbane di Fiesole, secondo che diedero oggetti etruschi o romani per lasciare adito a future ricerche in quei determinati punti [...]

Tutti questi criteri sono ben evidenti anche nella guida del Museo e dell’Area archeologica che proprio il Galli pubblicò nel 1914.

Dopo la lunga interruzione dovuta alla seconda guerra mondiale la nuova stagione dell'archeologia fiesolana fu contraddistinta dalla ripresa dell’esplorazione della necropoli longobarda, nonché da importanti operazioni di rilievo e restauro del Teatro e delle Terme. Promotore e protagonista di questa ripresa fu Guglielmo Maetzke, allora Ispettore della Soprintendenza alle Antichità d'Etruria.

Nei riguardi del Museo, il progetto Maetzke prevedeva prima di tutto l'evidenziazione a livello espositivo di quanto proveniva da Fiesole e dal suo territorio. Nei riguardi degli oggetti di altre provenienze, si realizzò un allestimento basato più sulla qualità che sulla quantità, scegliendo, all’interno delle collezioni, i materiali meglio conservati e leggibili, pur cercando di dare un’idea rappresentativa di ogni singola collezione.

Nella sua relazione si legge:

La nuova sistemazione del Museo Archeologico di Fiesole, iniziata nel 1954 e rimasta interrotta per mancanza di fondi da parte del Comune e di contributi da parte del Ministero P.I., prevede un riordinamento totale delle collezioni dal punto di vista scientifico, e insieme una nuova esposizione dei monumenti e degli oggetti ispirata a concezioni museografiche moderne.
Il progetto elaborato dalla Soprintendenza alle Antichità d’Etruria si basa quindi, per quanto riguarda la scelta e la disposizione, su questi concetti:

  1. Sfoltimento delle collezioni da tutti gli oggetti di minore interesse, che verranno esposti in ordinati magazzini, dando nelle sale la massima evidenza e la giusta importanza ai monumenti veramente significativi o esemplificativi;
  2. Disposizione in ordine cronologico e topografico, mantenendo chiaramente distinti gli oggetti di sicura provenienza fiesolana da quelli di provenienza varia o incerta o addirittura ignota;

Le collezioni saranno disposte nelle vecchie sale alle quali non sono portate sostanziali modifiche strutturali, eccetto la divisione in due piani dei magazzini angolari.
Gli ambienti sono però modificati nei loro valori architettonici dall’impiego di nuovi elementi (cornici in legno, tinteggiature diverse) che determinano spazi più definiti, creati per fissare l’ambiente in cui si inseriscono i monumenti a giorno o le vetrine che contengono quelli più preziosi.
I pavimenti sono in marmo: per tutte le sale è prevista l’illuminazione artificiale [...]
(Figure 4 e 5)

Fig. 4 - interno del Museo Archeologico 1
Fig. 4 - interno del Museo Archeologico 1

 

Fig. 5  interno del Museo Archeologico
Fig. 5  interno del Museo Archeologico 2

 

Non tutte le cose previste nel progetto furono realizzate, ma esso è particolarmente importante per la storia del Museo perché ne evidenziò i caratteri originali, fornendo così le linee guida per ogni possibile intervento futuro: questi stessi criteri furono, infatti, alla base del successivo riordinamento condotto dall’Amministrazione Comunale di Fiesole e dalla Soprintendenza tra il 1979 e il 1981.

Marco de Marco

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  1. La nascita del Museo di Fiesole
  2. Il primo Museo